LA
PRESUNZIONE E’ IL TUO FORTE
Al
“Cittadino” Adriano Celentano… notissimo cantante lombardo.
Come
tanti esseri umani diventati famosi tu, Adriano, ti senti superiore a tutti gli altri
italiani… intoccabile... e così, come gli altri, approfitti della tua popolarità. Difendere
persone che hanno subito condanne dai Giudici è veramente inutile e ingiusto. Chiedere
al Presidente della Repubblica la grazia per il “gentiluomo” Corona è un
disprezzo per chi ti osanna come cantante. Ecco la tua ultima “cassata“: un
brano della tua lettera al Presidente. Caro
Presidente Napolitano, mi scusi, se con tutti i grattacapi che immagino lei
abbia, anch’io m’accodo con una richiesta di grazia per Fabrizio Corona»,
si legge in una lettera aperta al Capo dello Stato pubblicata dal molleggiato
sul suo blog. «Certo, lui (Corona) ha sbagliato,
scrive il cantante, quando si è giovani è
facile farsi prendere dalla voglia di arrivismo,
anch’io ne sono stato più volte sfiorato
- prosegue Celentano -, forse è proprio
perché anch’io devo aver sbagliato che le
chiedo, solo per pochi attimi, di calarsi nella sofferenza di chi sta pagando anche con la salute un prezzo
spropositato rispetto agli errori commessi». Dopo l’appello lanciato da giornalisti e personaggi televisivi, (anche
loro padri eterni?) anche io mi unisco alla richiesta di grazia
per Corona. Adriano Celentano. IO no! caro Adriano... io sono con i poveracci "onesti" indifesi. Calogero.
LA PREPOTENZA
La
prima parte mela prendo io perché mi chiamo leone/
La seconda
mela date voi, perché sono robusto, /
La terza
mi viene perché valgo di più/
La
quarta, guai a chi si azzarderà a toccarla.
Fedro, (favolista latino primo secolo a. c.)
L’EGOISMO
L’egoismo
è sempre stata la peste della società e quando è stato maggiore,
tanto
peggiore è stata la condizione della società. G. Leopardi, poeta italiano 1798 1837
…………………………………………………………………………………………
PRESUNZIONE
Di
tutti gli animali sulla terra solo “l’essere umano” è feroce più di ogni
bestia.
Calogero
Di Giuseppe, quasi poeta italiano, 1938 immortale finché vive.
………………………………………………………………………………………………………………………